I FOLIGNATI AL MARE: DAL DOPOGUERRA AGLI ANNI ’80

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Tanti anni fa fino alla fine degli anni 70-80 i folignati avevano la consuetudine in estate di andare al mare a Palombina con un treno che partiva alle 7 circa del mattino, con ben due ore di viaggio. Il ritorno prevedeva la partenza da Palombina alle 18:00-18:30, secondo il ritardo giornaliero. I treni di quei tempi erano rumorosi e obsoleti con  sedili in legno lucido, carrozze risalenti agli anni ’40 e ’50, ma questo a noi non interessava perchè quello che contava era solo arrivare al mare di Palombina.

Si trattava di una gita insieme a tutta la famiglia, una giornata di festa e diversa da tutte le altre giornate della stagione estiva. 

La spiaggia era libera, al massimo potevi avere il tuo asciugamano; ti portavi da casa un panino che a mezzogiorno era già diventato cotto, come poi, alla fine, diventavamo cotti anche noi  perché, a quel tempo, le creme solari per difendersi dal sole erano un lusso.

Si stava bene, eravamo tra amici e per noi “terrestri” di Foligno e dintorni il mare era sempre un miraggio. Tornavamo a casa tutti i rossi come gamberi, qualcuno con le piaghe e qualcuno con la febbre a 38, poiché gli ombrelloni erano rari e non era facile portarli sul treno.

Si tratta comunque di bei ricordi, di momenti in cui non c’era nulla ma c’era tanto, non c’era il telefonino, non c’erano tanti soldi ma c’era la voglia di evadere dal solito fiume Topino, specialmente per i ragazzi delle zone collinari e limitrofe perché loro facevano il bagno al fiume mentre per i folignati del centro la vera piscina era quella comunale.

Va purtroppo ricordato che nel mare di Palombina, per un malore in acqua, perse la vita il compianto Luigi Campagnucci, detto Gigino, che lavorava alla stazione di Scanzano Belfiore e di lui tutti hanno un ottimo ricordo in quanto brava persona, gentile e affabile.


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