ANNI ’70 E ’80 FOLIGNO TARGATO “PIAGGIO”

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Scrivere un articolo di questo tipo mi riporta ad anni ormai lontani, circa 40 anni fa, quando ci sentivamo invincibili e non credevamo nel passare del tempo ma oggi, con i capelli bianchi e le rughe sul viso ci rendiamo conto dell’incedere impassibile dei giorni.

Bando alla nostalgia e torniamo ai ricordi indelebili della nostra giovinezza…

Erano gli anni in cui si poteva andare in motorino all’età di 14 anni ma senza patente e senza casco, quando il vento ti accarezzava il viso e ti spettinava i capelli.

In quei tempi eravamo tutti “omologati” per essere al top vuoi per moda o vuoi per pubblicità, dovevi avere un motorino della Piaggio: il Ciao, il Bravo e poi anche il Sì.

Erano motorini che consumavano poco, quando la miscela (carburante) costava poche centinaia di lire al litro: ciclomotori che con un litro di miscela facevano oltre 20 km.

Noi maschietti più birichini eravamo soliti aggiungere degli accessori: marmitte speciali e carburatori più grandi che potevano aumentare la velocità e la potenza di questi mezzi.

Il tubo di scappamento veniva sostituito con una marmitta denominata “serpentone” perché somigliava ad un serpente arrotolato; questa modifica garantiva una maggiore velocità dei fumi di scarico e, oltre ad aumentare le prestazioni, aumentava anche il rumore del motorino stesso.

La svolta veramente storica avvenne quando uscì il della Piaggio che era molto più evoluto e performante rispetto ad altri motorini, in quanto aveva una trasmissione a cinghia e non a catena e pertanto era molto silenzioso garantendo una guida più facile e molto  fluida. Solitamente era grigio metallizzato ma c’erano altri colori come nero, blu e rosso.

Un’altra novità di questo motorino era la sella allungata per cui ci si poteva salire in due, con gli amici oppure con la tanto auspicata fidanzatina, anche se era vietato dal codice della strada e bisognava stare attenti alle forze dell’ordine.

Poi c’erano quei ragazzi o ragazze che non si erano convertiti a questa moda ed avevano anche altre marche di motorini, infatti la seconda tipologia di ciclomotori più in voga era quella della casa ciclomotoristica Garelli, sicuramente meno belli a livello estetico ma più spartani.

Infatti questi tipi di ciclomotori erano più presenti nelle zone periferiche di Foligno, ove noi più campagnoli e pratici volevamo un motorino meno bello ma più potente, qualcuno di noi cambiava la gomma posteriore con una con dei tacchetti tipo quelle delle moto da cross per poter percorrere strade e sentieri non asfaltati.

Oggi guidare un motorino o uno scooter è cosa ben diversa rispetto agli anni ’70-’80, poichè occorrono casco, targa, assicurazione obbligatoria ed il patentino. Le strade a volte dissestate non garantiscono la sicurezza di chi guida questi mezzi.

Forse è il caso di dire una frase scontata: “era meglio quando era peggio…”.


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