LE PERIFERIE DI FOLIGNO: LA STORIA DI LEGGIANA

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LA STORIA DI LEGGIANA: UNA PICCOLA FRAZIONE RIDENTE E PIENA DI MISTERI

Leggiana, una piccola frazione del comune di Foligno è un luogo ricco di storia e fascino. Questo meraviglioso villaggio si trova lungo la valle del Menotre, al Km 14 della S.S. 77 Val di Chienti, ai piedi dell’appennino Umbro-Marchigiano. Leggenda vuole che in un passato remoto Leggiana fosse un importante punto di riferimento e di transito, un’importante zona doganale.

In epoca romana, Leggiana era attraversata da una strada davvero strategica, la Via Plestina, che collegava alla città di Plestia (l’attuale Pischia) e successivamente alla città di Loreto, famosa per il suo Santuario della Vergine. Qui, si dice, che i viaggiatori di passaggio fossero costretti a pagare un pedaggio alla leggendaria principessa Diana, signora del luogo. Da queste leggi sarebbe nata la parola LEGGIANA, ovvero LEGGE DI DIANA.

Ma nel corso dei secoli, Leggiana ha assunto nomi diversi ma simili tra loro, come LANDIANO, LANCIANO, LAGNANO, LANIANO, LAUDIGIANA. Questa variazione di toponimi è dovuta alle diversa maniere di pronuncia o di stesura dei testi.

Tuttavia, la storia di Leggiana è stata ricostruita grazie ai numerosi documenti dell’epoca, per lo più appartenenti all’archivio dell’Abbazia di Sassovivo, dalla quale il paese dipendeva. Il più antico documento che ci parla di Leggiana risale al Gennaio 1085 ed è un atto di vendita in cui Azzo di Lupo vende ad un prete di nome Bernardo, dei terreni, ricevendone come contropartita altri in località LANDIZANO (Leggiana). Inoltre, altri documenti dell’epoca ci offrono un breve stralcio della vita quotidiana, delle proprietà del monastero e degli abitanti di Leggiana.

La consistenza del patrimonio del paese non era cospicua, ammontava infatti a 95 libre e 18 soldi, in terreni posti lungo la valle del Guesia (l’attuale Menotre). Ma nonostante ciò, Leggiana godeva di alcuni privilegi, come risulta da un documento del 1226, in cui un certo Filippo di Rodolfo, Podestà di Foligno, promette al monastero di Sassovivo di esentare dai tributi gli abitanti del villaggio di LANDIANO.

La storia di Leggiana è piena di misteri e incognite. Secondo lo studioso tedesco Bofinger, Leggiana deriverebbe da nomi romani come LEVIUS o LAEVIUS, ma a noi piace pensare alla misteriosa principessa Diana, signora della valle, come raccontavano i nonni del posto vicino al focolare nelle sere d’inverno.

Tra le vie del paese, si trova un vero e proprio tesoro, un’opera d’arte meccanica che ha saputo resistere al passare del tempo: un orologio azionato a forza idraulica. Questo splendido meccanismo, che si può ammirare sul muro di un’abitazione nella via interna della frazione, è un vero e proprio capolavoro di ingegneria idraulica.

Orologio di Leggiana

Gli abitanti del villaggio hanno sempre visto in questo orologio qualcosa di speciale, di magico. L’acqua proveniente dalla sorgente del giardino di fronte, grazie a una conduttura sotterranea, raggiungeva l’orologio e lo faceva funzionare con la sola spinta naturale, creando un meccanismo unico nel suo genere.

Grazie agli interventi di ricostruzione post sisma ’97, nel 2002, l’orologio è stato restaurato e riportato alla sua antica gloria, per la gioia di tutti gli abitanti del villaggio.

Ma l’orologio di Leggiana non è solo un meccanismo di precisione, è anche un messaggio di vita e di morte, come si legge sulla scritta in caratteri ben chiari:

TU CHE L’OROLOGIO GUARDI ATTENTO E FORTE

NON VEDI CHE FAI IL CONTO CON LA MORTE“.

Queste parole sono un monito, un invito a vivere ogni giorno con intensità e passione, senza mai dimenticare che il tempo è prezioso e che ogni attimo della nostra vita è unico e irripetibile.

E così, guardando l’orologio di Leggiana, ci si sente avvolti da un’atmosfera magica e incantata, dove la storia e la tecnologia si fondono in un’unica armonia. L’acqua che muove l’orologio è un simbolo di vita e di energia, che scorre inesorabilmente verso il futuro, portando con sé i ricordi del passato e le speranze del presente.

Il Palazzaccio, questo antico e misterioso edificio posto poco al di fuori del paese, è un vero e proprio scrigno di leggende e misteri. Chiunque vi si avvicini non può non rimanere affascinato dalla sua severa maestosità, dall’imponente struttura che sembra uscita da un castello medievale, dalle mura fatte di pietra lavorata, dalle stanze e dal cortile interno, che sembrano ancora raccontare le storie di un passato lontano.

Palazzaccio di Leggiana

Ma chi ha costruito questo bellissimo edificio? A chi è appartenuto nel corso dei secoli? Le ipotesi sono molteplici e tutte avvolte nel mistero. Si sa solo che il Palazzaccio è stato oggetto di trattative commerciali, è stato dimora di briganti e banditi, ed è stato abitato anche da famiglie di contadini alle dipendenze di un’azienda agricola del luogo.

Purtroppo, oggi il Palazzaccio versa in stato di abbandono e di degrado, vittima del tempo e dell’incuria degli uomini. L’intonaco esterno va sfaldandosi e sempre più evidenti appaiono i segni della sua antichità. Eppure, nonostante tutto, l’edificio continua a esercitare un fascino irresistibile su chiunque lo osservi, con il suo signorile ingresso, il viale di ippocastani, il cortile interno e le stanze che raccontano una storia antica e affascinante.