MEDICUS: PREMIO GENTILE DA FOLIGNO – PARTE 4

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Ufficialmente l’idea di Medicus: premio Gentile da Foligno nasce il 19 maggio 2012 con la lectio magistralis di Salute Italia del dottor Moreno Finamonti. 

L’idea è buona ma occorrono anni per formare una squadra all’altezza di costruire e realizzare quello che oggi è Medicus e soprattutto quello che sarà Medicus.

Di seguito, suddivisa in vari articoli, la lezione magistrale, dove si evincono le tematiche del grande evento. 

PARTE QUARTA

Il medico di un futuro assai prossimo traccerà un bilancio: niente pressione alta, niente traccia di
tumori, niente dolori articolari; in realtà il paziente non avrebbe nulla per la “medicina odierna”, ecco dunque in che cosa consiste la prevenzione: contrastare i fattori di rischio che minacciano la nostra salute, tra i quali al primo posto c'è la sindrome da stress ossidativo. Lo stress ossidativo, è causa e concausa di molte patologie quali il cancro, l’Alzheimer, il diabete, i disturbi cardiocircolatori, l’obesità e l’invecchiamento precoce, sussiste sempre anche se la vita dell’uomo si è notevolmente allungata.

Dobbiamo tutto ai progressi della ricerca scientifica ed è quindi, su questo fronte, che bisogna insistere e concentrarsi con ogni mezzo, diffondendo l’informazione in modo da eliminare confusione e pregiudizi. Insisto dicendo che è importante anche controllare ogni tipo di stress, da quello ossidativo cellulare a quello mentale, oltre quello ambientale al quale siamo sottoposti in ogni momento.E’ necessario, quindi, lavorare soprattutto con l’informazione per difendere la salute dell’uomo e per far diminuire l’incidenza di tutte le patologie degenerative. Perché ammesso che personaggi autorevoli come Cicerone e Francesco Antonini, per citarne solo due, l’avvocato per antonomasia ed il padre della geriatria italiana, mi riescano a convincere che la vecchiaia non è poi così brutta, si
potrebbe prendere seriamente in considerazione allungare l’odierna aspettativa di vita di 20-30 anni in tempi ragionevolmente brevi. Ma cosa dice Marco Tullio Cicerone? L’arpinate nel 44 a.C. scrive il suo Cato Maior de Senectute prendendo lo spunto da una favola mitologica, opera di Aristone di Ceo. Titone, fratello di Priamo era un giovane bellissimo del quale s’innamorò l’Aurora, che chiese ed ottenne dagli dei il dono dell’immortalità per l’amante, dimenticandosi di chiederne contemporaneamente il dono dell’eterna giovinezza: e così, con il passare del tempo Titone invecchiò inesorabilmente.
Il personaggio chiave usato da Cicerone per la stesura di questa sua straordinaria opera è Marco Porcio Catone, una delle figure più prestigiose della storia romana del tempo della Repubblica.
L’anziano Catone che al tempo del colloquio ha già 83 anni, servendosi di illuminanti esempi storici, spiega i motivi per i quali l’età senile non è da considerarsi un male. Se da una parte l’avanzare degli anni comporta infatti il decadimento fisico e l’impossibilità di godere di alcune delle gioie della vita, gli anziani hanno maturato quell’esperienza ed acquisito quell’autorità che permettono loro di vivere una vita operosa, attiva e consapevole e di dedicarsi all’educazione dei più giovani. E poi chiosa Antonini nel suo libro “I migliori anni della nostra vita”: non bisogna dimenticare che, in fondo invecchiare è l’unico modo scoperto finora per vivere più a lungo.

Quindi il problema è cercare di vivere più a lungo ma in salute.