GRANDE SUCCESSO PER LA PRIMA GIORNATA DI “MEDICUS: PREMIO GENTILE DA FOLIGNO”

Il Premio Gentile da Foligno 2023 va al famoso ematologo e ricercatore Brunangelo Falini

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Nell’ambito della Giornata internazionale della popolazione anziana, Medicus Premio Gentile da Foligno ha inteso promuovere un incontro in cui si è affrontato il tema della vecchiaia sotto gli aspetti della Fede, della Medicina e dell’Arte.
L’evento ha preso il via la mattina presso la sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi ed Odontoiatri dii Perugia, dove i relatori hanno affrontato i temi: “Sanità e Vecchiaia” e “Telemedicina”.

Ha aperto i lavori la presidente dell’Ordine dei Medici di Perugia, dottoressa Verena De Angelis che ha manifestato la disponibilità dell’ordine di trattare problematiche così importanti proposte da Medicus. Il mondo sta invecchiando e il Giappone e l’Italia, ha ricordato, sono le nazioni che hanno molti più anziani. L’Italia detiene anche il primato di essere il Paese più vecchio d’Europa. Non dobbiamo pensare all’invecchiamento come ad una malattia, ma come una condizione fisiologica. La cosa importante per tutti noi medici è il fatto di invecchiare in modo giusto, saper invecchiare in salute, attraverso la prevenzione, quindi, attraverso modalità non solo terapeutiche ma anche di tipo sociale,,
organizzativo e culturale. Dobbiamo trovare dei punti d’incontro che ci permettano di invecchiare bene e di essere di supporto per le altre generazioni.

La Professoressa Patrizia Mecocci, Direttrice del reparto di Geriatria dell’Ospedale dii Perugia e Ordinario di Geriatria e Gerontologia dell’Università di Perugia ha parlato delle problematiche dell’invecchiamento della popolazione. Quello che sta avvenendo nella sanità è la trasformazione di quello che dovrebbe essere un rapporto di cura in un rapporto molto più controllato a livello finanziario, con necessità di svolgere delle attività, anche un po’ di corsa, a volte, per quello che riguarda la cura delle persone. Andare di corsa, che non fa mai bene nel rapporto medico-paziente, tantomeno quando la persona è anziana o molto anziana. La figura negli ultimi 30 anni ha perso notevolmente il ruolo e quindi la fiducia nella persona del medico è venuta un pochino a scemare e questo comporta una diversa modalità di legame fra medico e paziente. Purtroppo questa è la realtà e la colpa è di tanti.” La sanità cosi’ come si prospetta oggi a me non piace e la si può cambiare con
qualcosa di collettivo che coinvolgerà i pazienti, i medici ed il sistema sanitario.” La Medicina deve essere di supporto per migliorare la vita degli anziani.

Sponsor MEDICUS: PREMIO GENTILE DA FOLIGNO 2023

La dottoressa Tiziana Frittelli, presidente Nazionale di Federsanità Anci ha ribadito che la presa incarico degli anziani non autosufficienti, la loro fragilità e la presenza di tanti anzian,i sono argomenti davvero strategici per il futuro del nostro Paese. Federsanità è molto presente su questi temi e in Italia in questo momento la discussione serve molto, perché abbiamo prospettive d’invecchiamento del Paese che mai sono state così gravi come in questo momento. Andiamo incontro anche ad un periodo in cui avremo non solo la prevalenza di persone anziane ma anche di persone che comunque vivono da sole e quindi vanno assistite. Per questo è importante legare l’assistenza sanitaria ove necessaria, con l’assistenza sociale.

Mentre il Dottor Lucio Patoia, Primario di Medicina Interna dell’Ospedale di Foligno ha parlato di Telemedicina. Questo strumento è un complesso di attività diverse. Tantissime sono anche le applicabilità. Alla domanda: può servire la Telemedicina? La risposta è:” teoricamente sì e può essere molto utile. Ma come sempre accade nella scienza medica, bisogna verificare quanto la telemedicina può servire e per chi può servire ma soprattutto se questa modalità assistenziale sia gradita al paziente.”

Ha chiuso i lavori della mattinata la Dottoressa Marta Micheli, Responsabile del servizio
Immunotrasfusionale dell’Ospedale di Foligno che ha portato l’esperienza maturata durante il periodo del Covid in cui l’attività del centro trasfusionale è stata collegata alla telemedicina.” Altro progetto interessante in cui da noi è stata utilizzata la Telemedicina è il colloquio delle donne che hanno intenzione di donare il cordone ombelicale. Durante il Covid questo colloquio era diminuito molto per l’accesso ma grazie alla Telemedicina il colloquio è stato ripreso. Per il momento si può dire che grazie all’utilizzo di questo strumento, i vantaggi sono stati molti e che i dati sono incoraggianti.”

Nel pomeriggio i lavori dei relatori di Medicus si sono spostati nella sala dei Notari. Il vicesindaco del Comune di Perugia, Gianluca Tuteri ha portato i saluti della città e del sindaco, Andrea Romizi “per questa importante giornata.” Voglio ricordare che il 2 ottobre è anche la giornata dei nonni. Non tutti gli anziani lo sono e non tutti i nonni sono anziani, ma gli anziani hanno impressa una forte accelerazione alla conoscenza e allo sviluppo della civiltà, permettendo alle nuove generazioni di non ripartire da zero ma di imparare dall’esperienza. Il ruolo del nonno è di coccolarci, per farci sentire al centro del
mondo, di trasmetterci i sentimenti di solidarietà, accoglienza, amore incondizionato. Per questo siamo chiamati a dare vicinanza alle persone anziane, a non abbandonarle alla solitudine, che è la seconda piaga del mondo”.

A seguire è intervenuto Massimo D’Angelo, direttore della sanità regionale, che ha voluto fare ill punto sulla questione dell’invecchiamento perché “in Umbria è una questione fondamentale, visto che siamo una regione tra le più anziane d’Italia, con quasi 230mila soggetti oltre 65 anni quindi risulta fondamentale attuare politiche sanitarie e sociali per anziani”. Per D’Angelo è fondamentale ideare e realizzare percorsi differenti di trattamenti assistenziali, “coordinati perché le patologie sono croniche, in quanto interessano più organi e necessitano di un intervento modulato e continuativo. È qui che possiamo innescare un laboratorio di idee e trattare l’invecchiamento non come fenomeno passivo, ma fenomeno attivo”. Per D’Angelo “l’isolamento degli anziani impatta sulla loro salute. E’ necessario
quindi incrementare i momenti di incontro, potenziare l’assistenza domiciliare contro
l’ospedalizzazione, recuperare stili di vita idonei per abbassare gli impatti negativi, rivedere le politiche per la casa e per la città in chiave di autosufficienza, con l’abbattimento delle barriere architettoniche, favorendo i luoghi di cultura e aggregazione, semplificare la burocrazia, rendere il digitale più accessibile ed aumentare la qualità per la società per il bene della collettività”.

Caterina Lucangeli, organizzatrice dell’evento, ha ringraziato la Fondazione di Perugia e la
presidente Cristina Colaiacovo “che ha sempre sostenuto il progetto” e poi ha ricordato il programma di sabato 7 ottobre con la seconda sessione di Medicus: Premio Gentile da Foligno 2023 dedicata alla “Vecchiaia come opportunita’ di sviluppo socio-economico dei borghi dell’Umbria e del centro Italia, pensati come nuova logistica per gli anziani autosufficienti” e poi, introducendo Vittorio Sgarbi ha ribadito che per Medicus “vecchio non è più una brutta parola, non piu’ un peso sociale ma un valore aggiunto per la generazione attuale e futura”.

Vittorio Sgarbi ha esordito ricordando che “l’intervento che farò è la continuazione di un discorso iniziato a Foligno con Monsignor Paglia e Monsignor Fisichella, per una mostra alle Scuderie dell Quirinale che non abbia a che fare con il mondo della vecchiaia come passare del tempo, ma come verifica del senso estetico che muta negli anni, attraverso la produzione di artisti in gioventù e poi in vecchiaia. Alla parola vecchio rimane legata un’accezione negativa che ha come unico futuro la morte, ma per gli artisti è una non morte, non finisce la vita e inizia la fama. Rimane giovane la mente cui sii
aggiunge esperienza e saggezza”.
La mostra si chiamerà “In Extremis” e metterà in rapporto le opere di artisti tra quelle giovanili e quelle realizzate da anziani. La Pietà di Michelangelo in San Pietro e la Pietà di Rondanini: la prima con una giovane madre che non soffre per la morte del figlio, sapendo che risorgerà, nella secondo esplode in pieno il tema del non finito, anche in rapporto al tempo, con una madre dal volto appena sbozzato che sorregge il Cristo e in cui il il confine tra la vita e la morte sfuma nell’eterno. Tiziano dipinge una Salomè da giovane “che tiene incolpevole la testa del Battista – ha detto Sgarbi – mentre nella tela Tarquinio e Lucrezia, la giovane appare pura ed affronta la morte senza dolore e senza colpa. Cinquantacinque anni dopo lo stesso tema è trattato con l’uomo che incarna la forza bruta, mentre lei si sottrae e la pittura si dissolve, l’immagine si sgrana. Un’immagine in cui il male
prevale sul mondo, totalmente contraria rispetto alla visione estatica della prima opera”.
Sgarbi ha messo a confronto anche due opere di Caravaggio: la Fuga in Egitto e il Martirio di Santa Lucia. Nella prima il giovane pittore smonta la struttura della rappresentazione, la Madonna addormentata non è più la figura principale, ma tutto punta a Giuseppe con l’angelo al centro, in primo piano, una bellezza giovanile assoluta. Nel 1606 Caravaggio uccide un uomo e vive il senso di colpa, la necessità di fuggire, Napoli, poi Malta, la Sicilia. Nella tela di Santa Lucia “ci sono due mostri in primo piano che scavano la fossa della santa, immersi in un colore fangoso che anticipa i sacchi dii Alberto Burri – ha detto Sgarbi – Caravaggio dimostra che la forza del male domina il mondo e non c’è bellezza o speranza, neanche la santa può fare alcunché di miracoloso. Questa è l’arte in extremis dei
pittori che sono partiti dal classicismo iniziale e con il tempo perdono il senso di ordine del mondo, ci portano davanti ad un abisso che non è la morte, ma il disordine”.
Guido Reni, “alfiere del bello ideale” per Sgarbi, passa dalla compostezza di personaggi, movimento e colore della Strage degli innocenti, alla Cleopatra di tanti anni dopo dove non c’è più colore, anche le forme evaporano in una immagine “di un mondo appannato, senza corporeità, dove il disfacimento delle forme scavalca qualsiasi codice e scopre un’intensità emotiva che non ha bisogno di bellezza formale, ma spirituale”.
Sono intervenuti con due contributi registrati di Sua Eccellenza Monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia accademia per la vita, e Filippo Anelli, presidente dell’Ordine nazionale deii Medici e degli Odontoiatri.
Monsignor Paglia ha parlato di un “tema della Giornata internazionale dell’anziano particolarmente significativo, perché ci troviamo per la prima volta di fronte ad una vecchiaia di massa, gli anziani ci sono sempre stati, ma in Italia sono 14 milioni – ha detto Paglia – “Situazione straordinaria per la quale, purtroppo, non c’è un pensiero politico, sociale, economico, sanitario e spirituale per affrontarla.
Bisogna riflettere su questa preziosa età, una generazione che richiede affetto, cuore e pensiero. È importante riflettere su questi anni e capire come viverli. Dobbiamo essere tutti un po’ artisti e inventare i 30 anni che si vivono dopo la pensione. È necessario pensare a strumenti per evitare l’ospedalizzazione, come l’assistenza domiciliare integrata e continuativa, il co-housing, i borghi ristrutturati, senza barriere architettoniche, tutte scelte che portano anche ad un forte risparmio della spesa pubblica”.
Il presidente della Federazione degli Ordini dei Medici ed Odontoiatri d’Italia, Filippo Anelli, ha ricordato la figura di Gentile da Foligno, “scienziato, medico straordinario che ha rappresentato un punto di svolta nell’esercizio delle professione, applicando i principi del metodo scientifico. Anche oggi siamo in fase di passaggio e trasformazione, l’intelligenza artificiale rivoluzionerà il nostro lavoro, ma siamo chiamati a formare i nostri studenti, alleviare le sofferenze e allungare la vita dei paziente, dando una speranza contro la malattia”.

In conclusione è intervenuto il dott. Moreno Finamonti, presidente dell’associazione Sophia Umbria-Marche che si è intrattenuto sulla figura di Gentile da Foligno, del quale ricorrono i 750 anni dalla nascita e facendo il punto sui tre scopi del premio: “Far conoscere Gentile da Foligno, avvicinare la classe medica alla popolazione, parlare dell’invecchiamento della popolazione: il fenomeno più rilevante della nostra società. Gli anziani non autosufficienti sono in carico al sistema ospedaliero e assistenziale, chi è autosufficiente merita una vita dignitosa. La società ha fatto di tutto per far vivere di più e
dobbiamo avere il coraggio di rimodulare la sanità garantendo a tutti una vita migliore”.
Il Premio Gentile da Foligno 2023 è stato poi consegnato dalla presidente dell’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Perugia, dottoressa Verena De Angelis al professor Brunangelo Falini il quale ha voluto ringraziare “tutti per l’assegnazione di questo premio intitolato ad un medico tra i più importanti della storia dell’umanità – ha detto Falini – Un riconoscimento ai nostri lavori nella medicina di precisione, che partendo dagli studi del genoma cerca di identificare le attrazioni genetiche alla base dei tumori e per gli studi sulla immunoterapia. L’attività di ricerca è però frutto di un lavoro di gruppo che vede coinvolti medici, operatori sanitari, infermieri, ricercatori e anche i pazienti che con
coraggio aderiscono a studi clinici e sperimentazioni di nuovi farmaci e a tutti loro vorrei dedicare questo premio”.

fonte: ASI – Agenzia Stampa Italia


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